I sottodomini sono domini che stanno a un livello inferiore rispetto al dominio principale.
Il primo livello è ad esempio barilla.it, comprendente l’intera estensione del sito web, mentre il secondo livello è il nome del sito (quindi in questo caso “barilla”) e il terzo livello è una parte che viene inserita prima (ricette.barilla.it).
Ho fatto l’esempio di Barilla non a caso, perché si tratta di un sito con categorie che trattano argomenti diversi e che quindi potrebbero venir indicizzati meglio se si trovano su sottodomini diversi.
Infatti pagine troppo diverse sotto uno stesso dominio rischierebbero di diluire i segnali e la congruenza con il sito madre.
Inoltre, in questo modo, il rischio di ottenere penalizzazioni da Google diminuirebbe.
Tuttavia gestire un sottodominio può avere complicazioni a livello di gestione server e può avere costi più alti.
Mentre gestire le sottocartelle non comporterebbe eventuali costi di configurazioni lato server, e anche a livello di ottimizzazione SEO non vi sarebbe nessun bisogno di posizionare il nuovo dominio.
Inoltre, oggi Google cerca di dare più risultati diversi relativi a domini diversi, per questo potrebbe essere più probabile comparire nella SERP con una sottocartella.
La sottocartella trarrebbe vantaggio anche dal fatto di utilizzare delle keyword interessanti nell’URL.
Il rischio principale dell’utilizzo di sottocartelle è che se il dominio genitore ha una cattiva reputazione, la sottocartella erediterà anche la sua reputazione (ma se ha una reputazione buona allora ne trarrà vantaggio).
In generale dal mio punto di vista sono più o meno equivalenti, dipende anche dal valore che un sito associa al brand principale o meno.
Ho letto alcune ricerche, per esempio Moz che nel 2011-2012 aveva una guida SEO sul sottodominio guides.moz.com e la pagina era posizionata al 7°-8° posto per “SEO Guide” e al 30° per “Beginner’s Guide”. Nel 2013, questa guida è stata spostata su moz.com/beginners-guide-to-seo.
E i risultati sono stati sorprendenti. La pagina ha raggiunto il 1°2° posto per “SEO Guide”, e il 2° per “Beginner’s Guide”.
Nelle startup una volta era molto popolare utilizzare i sottodomini per esempio per i blog, in seguito molti sono passati alle sottocartelle con evidenti benefici in termini di ranking.
Per cui io procederei in questo senso se dovessi fare un nuovo sito: meglio la sottocartella, a meno che non vi siano evidenti vantaggi dall’altra parte ;).
Ho letto in giro pro e contro per ogni pratica.
Ti segnalo un articolo interessante a questo proposito:
Io comunque ti direi una sottocartella perchè è più parte del sito, quindi il suo posizionamento su Google dipende anche dal dominio principale e quindi ne trae vantaggio.
Un sottodominio è più lontano dal sito principale, per cui c’è il rischio che il flusso di informazioni ci metta più tempo a passare e per questo potrebbe venir posizionato meno bene.
Google ha sempre detto che la differenze tra l’uno e l’altro sono minime e che prima di decidere quale strada sia meglio impiegare bisogna tener conto di fattori come la facilità di configurazione, il CMS utilizzato, lo scopo che ne si vuole fare (per esempio se dev essere per un blog o per un sito a sè più indipendente)